L'ultima stima dell'AIE parla di una crescita della domanda di oro nero di 1,1 milioni di barili al giorno (bpd) quest'anno, 140.000 in meno rispetto alle previsioni di aprile. La ragione principale di questa crescita più debole è da ricercarsi nel rallentamento dell'economia dei Paesi OCSE nel primo trimestre del 2024, soprattutto in Europa. Inoltre, nel Vecchio Continente e negli Stati Uniti è stata rilevata una tendenza al calo nell'uso delle auto diesel, a indicare un continuo allontanamento dai combustibili fossili in queste regioni. Per il 2025 si prevede un aumento leggermente superiore, pari a 1,2 milioni di barili al giorno. Per contro, le stime dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) hanno previsioni nettamente diverse, che prevedono una crescita di 2,25 milioni di bpd per quest'anno. [1] L'AIE prevede che queste prospettive divergenti saranno discusse anche nella prossima riunione dell'OPEC+ all'inizio di giugno.
Sul fronte dell'offerta, il rapporto dell'AIE prosegue affermando che la produzione di petrolio dovrebbe raggiungere livelli record quest'anno, fino a 102,7 milioni di bpd. L'aumento dell'offerta sarà attribuito principalmente ai produttori non-OPEC+, poiché il cartello ha già tagliato volontariamente la sua produzione all'inizio di quest'anno e, nell'ipotesi che questi tagli continuino, la sua produzione dovrebbe diminuire di 840.000 bpd. [2]
UBS Bank prevede che alla riunione dell'OPEC+ di giugno si deciderà di estendere le restrizioni alla produzione per mantenere l'equilibrio del mercato. L'organizzazione sta limitando le forniture dal 2022, con un taglio di 2,2 milioni di bpd previsto per la prima metà di quest'anno. UBS prevede che l'OPEC+ estenderà i suoi tagli di almeno tre mesi a causa di un minor calo delle scorte di petrolio e dell'aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti. UBS prevede inoltre che il gruppo riesaminerà le valutazioni della capacità produttiva di tutti gli Stati membri, che saranno importanti per le discussioni sull'estensione dell'accordo di cooperazione. La banca mantiene una previsione leggermente positiva per i prezzi del petrolio nei prossimi mesi. [3]
Gli ultimi dati settimanali dell'Energy Information Administration (EIA) sulle scorte di greggio degli Stati Uniti hanno rivelato un significativo calo di 2,5 milioni di barili nella settimana conclusasi il 10 maggio, mentre la stima era di 400.000 barili. Si tratta della seconda settimana consecutiva di calo delle scorte, in cui il calo è stato maggiore del previsto, a sostegno delle prospettive di miglioramento della domanda negli Stati Uniti, uno dei maggiori consumatori di petrolio al mondo. In seguito alla pubblicazione dei dati mercoledì, i prezzi dei futures sul greggio WTI di giugno sono saliti leggermente, rimanendo sui minimi di oltre due mesi per tutta la settimana. Il contratto di luglio del benchmark europeo del petrolio Brent ha seguito una traiettoria simile. *
Fonte: Investing.com*
Nonostante le prospettive generalmente positive per la crescita della domanda globale di oro nero, continuano a emergere dati contrastanti dalla Cina, il più grande consumatore di petrolio al mondo. Ad aprile si è assistito a una riduzione dell'attività delle raffinerie, il cui volume di petrolio lavorato è calato del 4% rispetto all'anno precedente, soprattutto a causa delle fermate programmate per la manutenzione, che dovrebbero proseguire per tutto l'anno. Inoltre, secondo Bloomberg, la domanda interna cinese è scesa del 3% su base annua ad aprile, il primo calo di questo tipo dal dicembre 2022. Al contrario, l'attività industriale del Paese è aumentata del 6,7% ad aprile rispetto all'anno precedente, superando il 5,5% previsto. Tuttavia, i dazi recentemente imposti dall'amministrazione Biden sulle importazioni cinesi negli Stati Uniti hanno gettato un'altra ondata di incertezza sulla crescita economica della potenza manifatturiera e potrebbero causare ulteriore volatilità nel mercato petrolifero.
Nonostante l'incertezza della Cina, le previsioni indicano generalmente un aumento della domanda di petrolio nei prossimi mesi, soprattutto da parte dei Paesi OCSE. La decisione dei membri dell'OPEC+ sul prossimo eventuale taglio della produzione, attesa per giugno, potrebbe ancora influenzare i prezzi del petrolio. Oltre ai fattori citati, è fondamentale anche la stabilità delle catene di approvvigionamento, ancora a rischio a causa dei conflitti in corso.
Fonti:
https://www.iea.org/reports/oil-market-report-may-2024
https://www.investing.com/news/commodities-news/opec-likely-to-role-over-output-cuts--ubs-3444344
https://www.investing.com/news/commodities-news/article--3440974
https://www.bnnbloomberg.ca/china-processed-less-crude-oil-with-apparent-demand-fall-most-1.2074292
https://in.investing.com/economic-calendar/chinese-industrial-production-462
[1,2,3] Le dichiarazioni previsionali rappresentano ipotesi e aspettative attuali che possono non essere accurate o si basano sull'attuale contesto economico, che può cambiare. Tali affermazioni non costituiscono una garanzia di prestazioni future. Le dichiarazioni previsionali comportano intrinsecamente rischi e incertezze perché si riferiscono a eventi e circostanze future che non possono essere previste e gli sviluppi e i risultati effettivi possono differire materialmente da quelli espressi o impliciti in qualsiasi dichiarazione previsionale.
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