Il premier Li Qiang ha annunciato al World Economic Forum di Davos che l'economia cinese crescerà di circa il 5,2% nel 2023, superando di poco l'obiettivo ufficiale del 5% fissato dal governo di Pechino.[1] Questa crescita, pur rappresentando un miglioramento rispetto al 3% registrato nel 2022, rappresenta uno dei tassi più lenti in Cina dagli anni Novanta. Il Paese è alle prese con diverse sfide economiche, tra cui una crisi immobiliare, un'elevata disoccupazione giovanile, pressioni deflazionistiche e un rapido invecchiamento della popolazione.
Il premier Li ha cercato di rassicurare gli investitori internazionali sulle prospettive economiche della Cina, affermando che investire nel mercato cinese è un'opportunità piuttosto che un rischio. Ha sottolineato lo slancio dei consumi, guidati dai circa 400 milioni di persone che fanno parte del gruppo a medio reddito, un numero che si prevede raddoppierà a 800 milioni nei prossimi 10 anni. Si prevede che l'urbanizzazione creerà una domanda sostanziale in settori come l'edilizia abitativa, l'istruzione, l'assistenza medica e l'assistenza agli anziani.
Nonostante le prospettive positive del Premier Li, si è verificato un significativo esodo di investitori dai mercati cinesi, con i mercati azionari del Paese che hanno registrato notevoli perdite nel 2023. L'indice CSI 300 è sceso di oltre l'11% e l'Hang Seng di Hong Kong del 14%, in contrasto con l'indice MSCI World, che ha chiuso l'anno in rialzo del 22%.*
Fonte: https://www.investing.com/indices/csi300*
Fonte: https://www.investing.com/indices/hang-sen-40*
Fonte: https://www.investing.com/indices/msci-world-stock*
Il premier Li ha sottolineato l'impegno della Cina a mantenere un ambiente imprenditoriale aperto, nonostante i crescenti controlli e il calo degli investimenti diretti esteri. Tuttavia, le richieste di una maggiore trasparenza e di un migliore reporting dei dati persistono, poiché statistiche economiche accurate sono cruciali per una governance efficace, per il processo decisionale sugli investimenti e per attrarre le imprese multinazionali. L'importanza di dati economici affidabili diventa ancora più evidente quando economie emergenti come la Cina e l'India giocano un ruolo centrale nel panorama economico globale.
Le principali banche d'investimento internazionali, tra cui Goldman Sachs e Morgan Stanley, prevedono un ritmo di crescita economica più lento per la Cina nel 2024 rispetto al 2023. La media delle previsioni di queste banche prevede un aumento del PIL reale del 4,6% per il 2024, in calo rispetto alla crescita del 5,2% registrata nel 2023.[2]
Tra le previsioni, quella di JPMorgan è la più alta, pari al 4,9%, mentre quella di Morgan Stanley è la più bassa, pari al 4,2%. Gli analisti sottolineano la necessità di gestire i rischi di ribasso, in particolare la correzione del mercato immobiliare. Vengono evidenziati fattori come la pressione deflazionistica, l'insufficiente domanda interna e l'impatto del mercato immobiliare sulla crescita. Nonostante la crescita in settori come il turismo e le auto elettriche, l'economia cinese non è rimbalzata così rapidamente come previsto nel 2023.
Goldman Sachs ha notato che la Cina si è discostata dal copione previsto nel 2023, portando alla rara decisione di Pechino di aumentare il deficit fiscale ufficiale in ottobre. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha alzato le previsioni di crescita per il 2023 al 5,4%, ma si aspetta ancora un rallentamento nel 2024 al 4,6%, citando le debolezze del mercato immobiliare e una domanda esterna contenuta.[3] Il FMI ha anche sottolineato la necessità di riforme per affrontare i significativi cali di crescita.
Il premier cinese ha dichiarato che il Paese non ha fatto ricorso a stimoli massicci e non ha cercato una crescita a breve termine a scapito dei rischi a lungo termine. Gli analisti prevedono un ulteriore rallentamento dell'economia cinese nel lungo termine, con UBS che prevede un rallentamento della crescita annuale del PIL a circa il 3,5% negli anni successivi al 2025 a causa di fattori come il crollo degli alloggi. Secondo gli analisti di UBS, tuttavia, la Cina ha ancora un potenziale di crescita, in particolare nei settori dell'urbanizzazione, della produzione, dei servizi e delle energie rinnovabili. Anche con un tasso di crescita compreso tra il 3% e il 4%, il ritmo di crescita della Cina rimane superiore a quello delle economie sviluppate, come gli Stati Uniti, che secondo le previsioni del FMI rallenteranno all'1,5% nel 2024.[4]
Fonti:
https://edition.cnn.com/2024/01/16/business/china-economy-li-qiang-davos-intl-hnk/index.html
https://www.ft.com/content/187e4183-8e7c-44f3-88c0-444aa0594791
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